Eneide
Il Poema Epico di Virgilio

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Eneide La Storia Riassunto Curiosità



 

Le Divinità

Venere, è la madre di Enea che fa sbocciare l'amore tra Enea e Didone.
Giunone, divinità avversa e nemica principale di Enea, gelosa del suo successo.
Giove, garante del Volere e del Fato, più che un dio, compare come un'entità astratta e imparziale che rappresenta l'equilibrio.
Poseidone, Eolo, Mercurio, Dei Latini e originari del Lazio, che servono per realizzare il volere maggiore.
 


Enea

Il personaggio principale dell'Eneide è Enea, un eroe eletto dagli dei, infatti viene definito "pio". Enea è un capo maturo e responsabile che si assoggetta completamente al volere degli dei, rispetta suo padre Anchise, è premuroso con il figlio, è sincero e corretto ma spesso ha momenti di incertezza e di dubbio; per tutto questo Enea è considerato il simbolo delle virtù della romanità, cioè:

- Coraggio
- Lealtà
- Giustizia
- Clemenza
- Devozione verso gli dei
- Pazienza
- Elevato senso civico

Enea non rappresenta i personaggi di Omero, Achille ed Ulisse, perché si affida al fato per proseguire nelle sue imprese e pur essendo forte e coraggioso, non cerca guerre.
 


L'Eneide e l'ambientazione circostante

L'Eneide è ambientata in luoghi molto diversi tra loro infatti si svolge in parte in Oriente e in parte in Occidente; si avvicendano dettagliati paesaggi naturali a città, fino a le regge di Priamo e di Cartagine.

Il poema fu composto nel momento in cui a Roma si stavano verificando grandi cambiamenti politici e sociali, in quanto dopo la caduta della Repubblica, la guerra civile aveva scosso fortemente la società e il ritorno alla pace e allo sviluppo, dopo tanti anni di guerre, stava cambiando il modo di confrontarsi con le varie categorie sociali e usanze culturali.
Per affrontare questa situazione, l'imperatore Augusto cercava di riportare Roma verso i valori morali tradizionali; l'Eneide raccontava nei suoi contenuti queste intenzioni, infatti Enea è raffigurato come un uomo dedito allo sviluppo del suo paese, anziché interessato ai propri problemi, ciò ha reso possibile arrivare alla fondazione e alla gloria di Roma.
Attraverso l'Eneide si cerca di confermare l'autorità di Giulio Cesare e del figlio adottivo Augusto e dei suoi discendenti, infatti il figlio di Enea, Ascanio, detto anche Ilo, da Ilio, altro nome di Troia, viene rinominato Iulo da Virgilio e viene definito un antenato della gens Iulia, la famiglia di Giulio Cesare. Durante il viaggio nel mondo sotterraneo dei morti a Enea viene predetta la futura grandezza degli imperiali discendenti di Roma. Successivamente riceve da Vulcano un'armatura e delle armi e uno scudo decorato con immagini del futuro di Roma dove vengono rappresentanti gli imperatori, tra i quali Augusto.
Nell'Eneide l'onore e la dignità dei Romani si salvano attraverso la descrizione del rapporto tra Troiani e Greci.
I Troiani erano considerati gli antenati dei Romani, mentre i Greci, che avevano assediato e distrutto Troia, erano i loro nemici; ciò nonostante all'epoca in cui l'Eneide fu scritta, i Greci erano un popolo che faceva parte dell'Impero Romano, allo stesso tempo era assoggettato ma anche rispettato e considerato per la sua cultura e civiltà. Si sosteneva infatti che i Greci avevano battuto i Troiani soltanto grazie al trucco del cavallo di legno e non con una battaglia sul campo.
 


Temi Trattati nell'Eneide

Nell'Eneide si ritrova come tema principale il concetto filosofico della contrapposizione.
La più evidente è quella tra Enea, guidato da Giove, che rappresenta la pietas, cioè la devozione e la capacità di ragionare con calma, e Didone e Turno, guidati da Giunone, che impersonano il furor, cioè agire seguendo le emozioni e senza ragionare.
Le altre contrapposizioni si trovano nel Fato contro l'Azione, in Roma contro Cartagine, nel maschile contro il femminile ed infine tra Enea, simile ad Ulisse nei libri I-VI contro Enea simile ad Achille nei libri VII-XII.
La pietas era considerata la qualità più importante di ogni cittadino romano, che doveva rispettare vari obblighi morali, verso gli dei, la patria, i propri compagni e la propria famiglia, soprattutto nei confronti del padre. Questa riforma morale sostenuta da Augusto era volta a dare dei buoni esempi alla goventù romana. Uno dei temi affrontati nell'Eneide è proprio lo studio delle relazioni tra padri e figli: Enea e Ascanio, Anchise ed Enea, Evandro e Pallante, Mesenzio e Lauso.
Tema fondamentale dell'Eneide è insegnare che attraverso la pietas gli uomini devono accettare le azioni degli dei come parte del destino, infatti Virgilio, tracciando il personaggio di Enea si riferisce ad Augusto e propone che gli dei realizzano i loro piani attraverso gli uomini, Enea aveva il compito di fondare Roma, Augusto doveva governarla e tutti e due dovevano sottomettersi a quello che era il loro destino.

 


Il Successo dell'Eneide

L'Eneide ebbe da subito molto successo, anche nelle scuole, infatti prima della sua pubblicazione venne accolta da Properzio come un'opera che avrebbe superato all'Iliade. Durante il Medioevo fu interpretata in modo metaforico dal punto di vista cristiano. Dante Alighieri scelse Virgilio come sua guida nella Divina Commedia, definendolo maestro di vita e d'arte.
I poemi cavallereschi del Cinquecento presero spunto dall'Eneide, infatti Ludovico Ariosto, nell'Orlando furioso, fece riferimento a Eurialo e Niso per l'episodio di Cloridano e Medoro, mentre Torquato Tasso, prese come modello l'Eneide per il suo poema epico cristiano, la Gerusalemme liberata.
 




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